martedì 10 marzo 2015

Minibond, focus sull’attività di emissione da parte delle Pmi

Grazie alla recente evoluzione normativa degli ultimi anni, gli strumenti finanziari alternativi, quali minibond e cambiali finanziarie, iniziano ad acquisire rilevanza come importante leva cui le piccole e medie imprese possono ricorrere. Dal 2014 il mercato ha registrato una netta crescita di emissioni, per un ammontare complessivo nel corso dell’anno pari a 730 milioni di euro.Recentemente, le società Eidos Partners e Bureau van Dijk hanno svolto un’analisi sulle società che a oggi si sono attivate nell'emissione di minibond nel mercato economico-finanziario nazionale. 

Dai risultati emersi dall'analisi, si è subito evidenziato che in realtà le società sono prevalentemente aziende medio-grandi. Alla luce di questo dato, il report conclusivo redato con i risultati ha posto particolare rilevanza sulla necessità di rilanciare il modello italiano di intermediazione e finanziamento con particolare interesse verso le Pmi, al fine di facilitare l’aggregazione delle piccole emissioni attraverso la realizzazione di nuovi veicoli d’investimento e l’agevolazione di operazioni di cartolarizzazione. 

Nel dettaglio, il campione analizzato è caratterizzato per il 60% da società con un fatturato inferiore ai 50 milioni di euro e l’88% con “Ebitda margin” maggiore del 5%.  Le società̀ con una marginalità̀ inferiore al 5% presentano una cedola media più alta del campione di circa 30 punti percentuali. Da un punto di vista più qualitativo le società esaminate hanno presentato un discreto grado d’internazionalizzazione conseguendo in media il 25% dei ricavi all’estero. 


Nonostante i dati emersi, il mercato dei minibond si sta muovendo, incrementando sempre di più l’ammontare delle emissioni. Rispetto agli esperimenti episodici registrati nel 2013, il 2014 ha registrato oltre 49 operazioni per un valore complessivo di 730 milioni di euro.