Grazie alla recente evoluzione
normativa degli ultimi anni, gli strumenti finanziari alternativi, quali
minibond e cambiali finanziarie, iniziano ad acquisire rilevanza come
importante leva cui le piccole e medie imprese possono ricorrere. Dal 2014 il
mercato ha registrato una netta crescita di emissioni, per un ammontare
complessivo nel corso dell’anno pari a 730 milioni di euro.Recentemente, le società Eidos
Partners e Bureau van Dijk hanno svolto un’analisi sulle società che a oggi si
sono attivate nell'emissione di minibond nel mercato economico-finanziario
nazionale.
Dai risultati emersi dall'analisi, si è subito evidenziato che in
realtà le società sono prevalentemente aziende medio-grandi. Alla luce di
questo dato, il report conclusivo redato con i risultati ha posto particolare
rilevanza sulla necessità di rilanciare il modello italiano di intermediazione
e finanziamento con particolare interesse verso le Pmi, al fine di facilitare
l’aggregazione delle piccole emissioni attraverso la realizzazione di nuovi
veicoli d’investimento e l’agevolazione di operazioni di cartolarizzazione.
Nel
dettaglio, il campione analizzato è caratterizzato per il 60% da società con un
fatturato inferiore ai 50 milioni di euro e l’88% con “Ebitda margin” maggiore
del 5%. Le società̀ con una marginalità̀
inferiore al 5% presentano una cedola media più alta del campione di circa 30 punti
percentuali. Da un punto di vista più qualitativo le società esaminate hanno
presentato un discreto grado d’internazionalizzazione conseguendo in media il
25% dei ricavi all’estero.
Nonostante i dati emersi, il
mercato dei minibond si sta muovendo, incrementando sempre di più l’ammontare
delle emissioni. Rispetto agli esperimenti episodici registrati nel 2013, il
2014 ha registrato oltre 49 operazioni per un valore complessivo di 730 milioni
di euro.